martedì 21 febbraio 2012

Intervista a Dorotea De Spirito

Dorotea De Spirito è una giovane autrice pubblicata in Italia e all’estero. I suoi primi due romanzi sono: “Destinazione Tokio Hotel” e “Angel”, entrambi editi da Mondadori.
• Partiamo dal principio. Come sei arrivata alla pubblicazione di “Destinazione Tokio Hotel” alla Mondadori?
Ho sempre amato scrivere, fin da quando ero piccolina , quando ho iniziato a conoscere e amare  i Tokio Hotel mi sono ritrovata a pensare, molto improvvisamente e ripetutamente ad una frase, che poi è la frase di apertura del libro, posta prima del primissimo capitolo. Da queste poche parole, appuntate velocemente su un blocco, ne sono seguite molte altre e pagina dopo pagina si è formata l’intera storia.  Sono sincera, è stata una cosa spontanea e… veloce: non potevo smettere di scrivere, era come un flusso continuo. Ripensandoci a distanza di tempo credo che sia stato un momento in cui due grandi passioni, la scrittura e l’amore per una band, si sono in qualche modo scontrate e la storia è ciò che ne è uscito. Terminato il tutto ho pensato di provare a sottoporlo a qualche casa editrice, con tutta l’inesperienza possibile, naturalmente! Ma ho avuto fortuna perché dopo averlo mandato ad un paio di indirizzi entrambi hanno risposto, la Mondadori è stata la prima.
• Abbiamo visto che è disponibile anche in inglese. Ti aspettavi una cessione dei diritti per il tuo libro anche all’estero? In quanti paesi è stato tradotto e come sono andate le vendite?
E’ stato tradotto, a quanto so, in francese, tedesco e credo sia disponibile anche in Lituania. Probabilmente è la cosa che meno mi aspettavo: quando ho saputo della traduzione in francese, che è stata la prima in ordine di tempo, poco è mancato ad un mio mancamento via telefono! Non so esattamente in termini di vendite come sia andata, ma la soddisfazione è certo tanta.

• Questo mese è uscito in libreria “Angel”. Parlacene un pochino: partendo dalla trama, sino ad arrivare alle difficoltà che potresti aver incontrato durante la stesura del testo, o nella ricerca di un editore, a meno che non avevi già firmato con Mondatori in anticipo.
Anche questa volta stavo innocentemente ascoltando della musica! Forse sviluppo strani rapporti con le canzoni, non lo so. Fatto sta che l’ispirazione mi ha colpito al verso iniziale di “Wish you were here”, dei Pink Floyd. Lì ho trovato semplicemente splendido questo interrogativo: credi davvero di poter dividere il paradiso dall’inferno? Da qui l’elemento di base della trama: come comportarsi quando ciò non è possibile a causa, per esempio, di una forza superiore e sconvolgente come un legame affettivo. Alla base del libro c’è quindi un sentimento contrastato, controverso e difficile tra due realtà opposte: un Angelo e un Demone. E’ anche però una storia di crescita, di famiglia, di amicizie, scuola: elementi della quotidianità di ogni ragazzo. In più mi sono divertita a inserire rimandi alla musica e al rock e contemporaneamente alla filosofia o ai testi di Catullo, per esempio. Per quanto riguarda la pubblicazione, la Mondadori aveva il diritto di precedenza di lettura, ma ciò non garantiva certo una risposta affermativa. La mia paura nell’attendere notizie in quel periodo  forse  anche maggiore dell’anno scorso, quando attendevo quelle su “Destinazione Tokio Hotel”.
Farai delle presentazioni in giro per l’Italia o rimarrai nel viterbese?

Per adesso sono stata a Roma, l’11 Novembre, per un programma su Sky, e se ci sarà dell’altro credo lo saprò giorno per giorno, naturalmente mi piacerebbe avere la possibilità di muovermi un po’ come è stato possibile fare con “Destinazione Tokio Hotel”.
• Che rapporto hai con i tuoi lettori?
Li adoro e non esagero nell’affermarlo! Di solito mi scovano su Facebook , ogni volta che qualche ragazza o ragazzo mi contatta per farmi un complimento, dirmi che ha particolarmente apprezzato uno, o entrambi i libri, è un’emozione pazzesca; poi sono estremamente dolci, molti di loro continuano a farsi sentire e magari mi chiedono consigli personali. Ssono davvero bei momenti.
• Leggi autori italiani? Se sì, quali? Se no, quali sono i tuoi preferiti? Che libro stai leggendo in questo momento?
Mi piace spaziare nella lettura: leggo di tutto, dagli autori stranieri agli italiani, sia classici  che più recenti, in modo indifferente. Apprezzo particolarmente Paolo Giordano e Jacopo Reali. Amo inoltre  Hugo e Goethe,  in questo momento sto terminando proprio “Le Affinità Elettive”  di Goethe.
• Vedi film o serie tv? Preferisci qualche genere in particolare?
Mi piacciono i film che sanno coinvolgere a pari livello di un bel libro. Il mio preferito in assoluto è “Finding Neverland”, tratto dalla storia della vita di James Berry. Soffro di una seria dipendenza da Peter Pan e affini, lo ammetto. Tv poca, causa scuola, ma non disdegno “Friends” o “Ugly Betty” per divertirmi; invece, davanti ad un film horror posso anche morire, letteralmente. Non sono fatta per gli horror, rischio il collasso anche coi cattivi dei cartoni animati.
• Come ti vedi tra qui a cinque anni?
Bella domanda… Dovrei avere 23 anni circa…Non  lo so di preciso, di certo starò ancora studiando, vorrei poter dire con certezza cosa, ma non lo so. Ho un po’ di paura se penso al futuro, all’università, al mondo del lavoro e cose del genere. Sembra diventato tutto molto difficile e noi studenti, mal informati e spaventati il più delle volte, fatichiamo a capire cosa vogliamo e se sia il caso di ascoltare più il cuore o la testa per la scelta della propria strada. Se devo ragionare di cuore mi vedrei a studiare lettere e…ancora con la penna in mano!
• Per chiudere l’intervista: c’è una domanda che non ti hanno mai fatto riguardo i tuoi libri alla quale vorresti rispondere? Oppure, c’è qualche suggerimento che vorresti dare a chi sta iniziando a scrivere?
Si, vorrei dare qualche sincero consiglio a chi desidera far uscire un proprio lavoro dal cassetto o a chi  appunto sta iniziando a scrivere qualcosa. E’ un bel mondo e vale la pena darsi una possibilità. Molte ragazze, dopo avermi contattato, mi chiedono come siano riuscita a convincere un editore a pubblicare i miei libri. In realtà, la risposta è semplice: bisogna solo armarsi di coraggio e abbastanza pazienza.
La cosa migliore, terminato e revisionato il proprio scritto, è cercare degli indirizzi di case editrici, anche indirizzi e-mail, e con professionalità ed educazione spedire il proprio lavoro, possibilmente sotto forma di sinossi (riassunto e prime pagine), accompagnato da una lettera di presentazione.
I tempi sono piuttosto lunghi: possono passare settimane o mesi prima di un riscontro, quindi non bisogna mai perdere le speranze.

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Intervista svoltasi a fine 2009. 

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