martedì 21 febbraio 2012

Recensione di "Nessun dolore"

Domenico Di Tullio, autore già noto per aver scritto il saggio Centri sociali di destra – Occupazioni e culture non conformi (Castelvecchi, 2006), questa volta passa al romanzo con Nessun dolore – Una storia di CasaPound (Rizzoli, 2010) , testo che prende sicuramente spunto dalla biografia dell’autore, avvocato difensore di CasaPound.
Coloro che non abitano o non frequentano Roma, ma spesso anche gli stessi abitanti della capitale, potrebbero non aver mai sentito parlare di CasaPound, un palazzone di piazza Vittorio, all’Esquilino, occupato da anni, a due passi dal centro di scambio ferroviario più grosso d’Italia, la stazione Termini. Gli inquilini di questa dimora non sembrano creare problemi a nessuno dato che la specifica posizione del palazzo, al centro della comunità asiatica e, in generale, extracomunitaria che ha il suo punto nevralgico proprio in Piazza Vittorio Emanuele tiene opinabilmente alla larga molti dei romani. Questo almeno è ciò che viene fuori dalle statistiche per il rilevamento e la distribuzione della popolazione della città eterna.
Parallelamente alla storia di Casa Pound nel libro viene narrata quella di Flavio e Giorgio, due ragazzi appena maggiorenni che, almeno in apparenza, non hanno nulla in comune: uno è di famiglia ricca, l’altro no, proprio per niente. I due si incontrano prima fuori scuola, dove Giorgio distribuisce volantini del Blocco Studentesco e Flavio lo guarda dall’alto in basso e con una punta d’invidia. I militanti, indipendentemente dalla bandiera alla quale sono votati, hanno sempre un fascino particolare: sembrano forti e liberi. Sembrano.
In seguito, i due si incontrano allo stadio in occasione di una partita della Roma dove Flavio irrompe con la forza e , costretto a scappare dagli stewart, viene accolto dagli Zetazeroalfa, gruppo di tifosi che, almeno da quanto descritto da Di Tullio, non fanno uso di droghe, né rincorrono la violenza. Di questo collettivo fa parte Giorgio. La forte amicizia che nascerà in breve tempo porterà i due ragazzi, grazie al loro carisma innato, a diventare tra i più grandi militanti del Blocco Studentesco fino al giorno in cui a dividerli arrivano le sbarre, per Giorgio, accusato di aver usato la lama su un ragazzo di sinistra.
 Tra i grandi meriti dell’avvocato Domenico di Tullio vi è quello di aver provato a raccontare una storia di giovani romani ben diversa da quelle narrate a suon di baci e amori da parte di altri scrittori. Tuttavia, lo sguardo verso i giovani di destra, tutti belli, fieri, forti, che non si drogano (alcuni addirittura non fumano sigarette), e ripetutamente vittime dei colpi dei ragazzi che la pensano diversamente da loro – rappresentati invece come deboli, disgregati, codardi, in quanto “attaccano” solo se sono in tanti – risulta forse eccessivamente conciliante . Ecco, se non ci fossero state tutte queste ripetizioni inutili, almeno ai fini della storia da un punto di vista prettamente romanzesco, il libro sarebbe stato maggiormente godibile. Certo è che Nessun dolore è un libro importante e necessario per chi volesse approfondire alcuni aspetti della vita nella capitale e delle dinamiche di gruppi di giovani sicuramente più spesso condannati che interrogati. Le risposte, tuttavia, non sono certo assicurate. Rimane ora da vedere se qualcuno scriverà una replica, e anch’essa, in egual modo, andrà letta con occhio critico e senza pregiudizi di sorta.

Nessun dolore – Una storia di CasaPound
Autore: Domenico Di Tullio
Editore: Rizzoli
Pagine: 225
Prezzo: 16.50 €

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