giovedì 15 marzo 2012

Fazi editore come i Wu Ming?

 Edit, 20 marzo 2012: l’autrice mi ha assicurato che la campagna promozionale è solo un gioco, che il suo nome verrà inserito in copertina e che probabilmente l’annuncio avverà domani.

Diciamo che con questo post mi gioco la possibilità di pubblicare con Fazi, e ammetto che mi dispiace, ma c’est la vie
Il caro editore romano, i cui libri nonostante tutto continuerò a comprare a meno che non mi cancellino Carroll dal catalogo, dal 5 marzo ha iniziato una campagna pubblicitaria virale per promuovere un libro di prossima pubblicazione, e fin qui non c’è nulla di strano. Quello che colpisce invece è che il libro viene palasemente sponsorizzato come se fosse una storia vera, con questo protagonista chiamato Thomas Jay che si trova in carcere sin da quando era ragazzino e che in america ha pubblicato numerosi romanzi che hanno esaltato Michael Moore, il NY Times, etc; o almeno questo è quanto c’è scritto sul sito ufficiale per i tipi “a favore della scarcerazione” (www.freethomasjay.com).
Se fate un salto sul sito, troverete il commovente video qui in basso, la bio e la bibliografia di Thomas Jay e un link per firmare la petizione. Partiamo dal link: potrete provare a cliccarci quante volte vi pare, ma non funzionerà mai perché si collega a un sito inesistente, petizionionline.it. Appena me ne sono accorto, sono nati i miei dubbi, così ho iniziato a fare delle ricerche. Prima di tutto ho controllato se i libri di questo Thomas Jay fossero presenti su Amazon e, indovinate un po’, non ce n’era traccia. Allora sono andato sul sito delle biblioteche americane e su quello di Google Books, sito che contiene veramente qualsiasi cosa, e ovviamente anche lì non ho trovato nulla.
Non trovando nulla di questo Thomas Jay, aka Stefano Lorenzini, ho indagato sulle persone presenti nel video, e puntanto il dito verso colei che avrebbe scritto un libro su questo personaggio, ho scovato che la giovane mamma aveva già pubblicato un libro che veniva definito un romanzo epistolare il cui titolo era, appunto, Thomas Jay. Indagando ancora più a fondo, sono venuto a sapere che Fazi doveva ripubblicare lo stesso libro nella collane Le strade, e che avrebbe avuto lo stesso titolo. Invece, con una superba mossa di mercato, viene cancellato il nome dell’autrice, Alessandra Libutti, e questo libro viene venduto come un’autobiografia.
Se il libro sia valido o meno, lo deciderà il lettore. Ma io, ad esempio, dopo aver scoperto questa faccenda, non vorrò più leggerlo. Lo stesso era accaduto con Q dei Wu Ming, che sembrava un romanzo spinto dal cielo, e che invece era stata pubblicizzato con falsità d’ogni tipo.
Fazi, soprattutto nell’era di Internet, non dovresti sottovalutare il lettore. Tutti posso fare ricerche, tutti possono accertarsi, e già lo scorso anno avevi tentato una mossa simile con un altro libro.

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