sabato 13 aprile 2013

I libri sono la mia droga, la mia rovina

Sono all'aeroporto, vestito come il classico coatto italiano pronto a rimorchiare donzelle - preciso che questa non è assolutamete la migliore immagine che ho di me stesso, anzi - e invece vengo subito attratto da un piacere diverso, una maledetta droga chiamata libri, per essere specifici i romanzi.

Mi muovo scaltro tra i pochi volumi presenti nel chioschetto, in testa il pensiero: "Non ne compro nessuno, ho qui con me l'eReader pieno, migliaia di volumi. Non ho una lira, devo risparmiare i soldi per il viaggio."

Leggo le sinossi, scopro qualche autore per me nuovo, e poi vengo catturato da un libro di Daniel Pennac, scrittore che ho incontrato alla conferenza stampa del film Ernest e Celestine, conferenza stampa alla quale sono andato quasi esclusivamente per vedere l'ambasciata di Francia dall'interno (era lì che si svolgeva, Palazzo Farnese) e per rimediare l'autografo di questo francese dall'aria simpatica, autografo che ho poi donato a una mia amica, una certa Ratz.

Il titolo, La fata carabina, non mi colpisce, la cover è carina ma nemmeno quella lascia un segno. Poi però vado a leggere la quarta di copertina e penso: "Wow, dei vecchietti che iniziano ad ammazzare gente e a drogarsi! Lo devo leggere!"



L'omino con il cartello l'ha disegnato lui. 
I pensieri che seguono: "Ok, però non lo compro, lo prendo in biblioteca."

Guardo altri libri senza riuscire nemmeno a leggere i titoli perché distratto dal pensiero: "Lo devo avere" e poi, dopo diversi minuti in cui il mio cuore scalpitava: "Maledetto libro, ti compro!"

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